mercoledì 3 ottobre 2007

L'origine di Tivoli.


Secondo la tradizione, l'antichissima Tibur fu dapprima abitata dai siculi, dai quali prese il nome di Siculeto, poi dagli aborigeni e fu denominata Polistephanon che significa "corona della città". La presunta fondazione si fa risalire al 1215 a.C., Tivoli sarebbe esistita già 462 anni prima della nascita di Roma. Anche il nome, però, come le sue origini non sono certe. L’ipotesi più accreditata è quella che connette il toponimo con il termine «teba o teiba» ovvero «città costruita su un colle». Il più antico centro abitato viene collocato in prossimità della zona indicata come Aqua Aurea, attualmente Acquoria, nella zona dove sorge la grande centrale elettrica, ma al tempo della cacciata dei siculi, la città era già posta in zona Castrovetere (Cittadella) irta di bastioni e torri di difesa. Secondo antiche tradizioni i figli di Anfiarao, nato dalle nozze di Apollo con Ipermestra, espatriati dalla Grecia dopo la guerra contro Tebe, arrivarono, al termine di un leggendario viaggio, in Italia dove nei pressi di un fiume (l'attuale Aniene) diedero vita alla città. Catone afferma, secondo alcuni storici, che Tivoli fu fondata da Catillo Arcade prefetto della flotta di Evandro. Secondo altri la città fu fondata da giovani argivi. Catillo ebbe tre figli: Tiburto, Corace e Catillo II che cacciarono i siculi dall'antica città la ingrandirono, la fortificarono e la denominarono Tibur in onore del loro fratello maggiore. "Tibur, sicut Cato facit testimonium, a Catillo Arcade præfecto classis Evandri; sicut Sextius ab Argiva juventute. Catillus enim Amphiarai filius, post prodigialem patris apud Thebas interitum Œclei avi jussu, cum omni fœtu ver sacrum missus tres liberos in Italia procreavit, Tiburtum, Coram, Catillum, qui depulsis ex oppido Siciliæ veteribus Sicanis, a nomine Tiburti fratris natu maximi urbem vocaverunt"(CAII JULII SOLINI DE MIRABILIBUS MUNDI CAPITULA I - VI ). Secondo la leggenda, Tiburto prestò soccorso a Turno, re dei Latini, nella guerra contro Enea, consacrò la città ad Ercole e alla sua morte fu annoverato fra gli Dei. Nella successione dei secoli, i latini per indicare lo stato in luogo, usarono la parola Tiburi, anzichè Tibur, e a poco a poco la denominazione della città divenne Tibori, Tiboli ed infine Tivoli.
(in alto un'immagine di Anfiarao)

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Fonti
G. Coccanari, Nozioni sulla storia di Tivoli, Società Tiburtina di Storia dell'arte
The latin library, Solinus, http://www.thelatinlibrary.com/solinus1.html

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